La storia di Niccolini

Niccolini

A due passi dal Duomo, in via Cavour, una delle strade principali di Firenze, sorge Palazzo Niccolini, la sede della nostra scuola. Vi abbiamo già raccontato le storie che si sono avvicendate tra le sue mura, ma cosa sappiamo del grande drammaturgo toscano a cui questo edificio è intitolato?

Nato a San Giuliano Terme nel 1782, Giovanni Battista Niccolini, di precoce ingegno, poco più che adolescente iniziò a studiare Giurisprudenza all’Università di Pisa e, contemporaneamente, conobbe Giovanni Fantoni e Ugo Foscolo, il celeberrimo poeta dei “Sepolcri”. E con quest’ultimo instaurò un profondo legame di amicizia, che lo accompagnò per tutta la vita. Sarà proprio in virtù di questa amicizia che il Foscolo nel 1803 gli dedicò le “Poesie” e la traduzione della “Chioma di Berenice”.

Convinto promotore dell’indipendenza dell’Italia, ha composto, nel corso della sua vita, numerose tragedie con soggetto storico-patriottico. Nel 1807 ha ottenuto la cattedra di Storia e Mitologia all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze – la prima accademia d’arte al mondo, istituita proprio a Firenze da Lorenzo il Magnifico – per la quale, negli stessi anni, elaborò il piano d’istruzione. Niccolini rimase sempre, indissolubilmente legato all’Accademia che nel 1859 lo ha insignito del titolo di Presidente onorario perpetuo.

Il tragediografo toscano, da tempo ammalato, si spense a Firenze nel settembre del 1861, pochi mesi dopo aver visto coronato il sogno patriottico, culminato nella proclamazione del Regno d’Italia.

Come molti altri grandi del passato, le sue spoglie sono conservate nel complesso monumentale di Santa Croce, tra Michelangelo, Galileo, Machiavelli e Foscolo, amico di una vita.

Sul monumento funebre a lui intitolato, si staglia un’enorme scultura marmorea, la Libertà della Poesia. Realizzata da Pio Fedi è stata la più probabile ispirazione della ben più famosa Statua della Libertà di Bartholdi che domina New York.