Protagonisti a Firenze: John Milton

Milton

“Qui nel Palazzo dei Gaddi è tradizione che soggiornasse negli anni 1638 e 1639 John Milton trovando a Firenze l’Italia dei Classici” si legge sulla targa in Palazzo dei Gaddi, per l’appunto. L’edificio che sorge in via del Giglio, ospitò proprio l’autore dell’immortale “Paradiso perduto” che trascorse un periodo nella nostra città per confrontarsi con gli autori italiani da lui venerati: da Dante a Petrarca, da Bembo a Tasso.

Proprio Dante avrà una profonda influenza sulla letteratura del poeta d’Oltremanica: l’impianto strutturale dell’Inferno dantesco sembrerebbe, infatti, aver ispirato Milton nell’ideazione del Pandemonio, il palazzo edificato da Satana per riunire tutti i demoni, nel primo libro di “Paradise lost”.

Lo scrittore e teologo londinese considerato, al pari di Shakespeare, autore di riferimento dell’intera letteratura inglese, si recò a Firenze per cimentarsi con i grandi letterati e i classici del passato e della contemporaneità, ma non solo. Milton infatti ebbe l’onore di incontrare personalmente Galileo Galilei, all’epoca quasi ottantenne.

L’incontro con lo scienziato, i cui studi e le cui intuizioni, seppur rifiutati dai suoi contemporanei e messi al bando dalla Chiesa, erano destinati a cambiare la storia e il pensiero dell’umanità, colpì profondamente Milton, al punto da citarlo nella sua opera. Parlando della Luna, che paragona al poderoso scudo di Satana, cita “l’artista toscano che attraverso il vetro ottico la scruta, dalla cima di Fiesole, o dal Valdarno, per riconoscere nuove terre, fiumi o montagne su quel globo ammaccato”. Poi prosegue: “le sue legioni, con sembianze di angeli, giacevano sotto i boschi fitti della Vallombrosa, dove si inarcano alte le ombre degli etruschi”.

Galileo e le bellezze della Toscana, non furono gli unici elementi a ispirare Milton. Sembra infatti che lo stesso Palazzo Gaddi, al tempo Palazzo Arrighetti, che fu dimora del poeta, si trovasse di fronte ad un giardino meraviglioso, conosciuto come “Paradiso dei Gaddi”. Fu proprio in questo luogo incantato che Milton avrebbe trovato l’ispirazione per il suo capolavoro.