Kitjia Ernstsone viene dalla Lettonia ed è una musicista. Nel suo paese ha studiato pianoforte e sassofono, e la sua formazione è di tipo classico. Quando è stato il momento di decidere in quale direzione continuare i suoi studi, ha sentito che doveva coltivare la sua crescente passione per il jazz. Voleva anche arricchire la sua esperienza con un periodo di studio all'estero, ed ha cominciato a guardarsi intorno. Così, nel 2016 è arrivata all'AEF.
"L'offerta dei corsi dell'AEF era ricca e interessante. Inoltre, la possibilità di venire a Firenze mi affascinava e così ho fatto la mia scelta. Durante il mio periodo di studio all'Accademia, ho frequentato corsi di Theatrical Design and Production, Instrument Performing Jazz, Jazz Ensemble, Aural Comprehension, Music Theory, Mindfulness for Performers. Ho studiato con insegnanti appassionati e competenti, come Leonardo Pieri, Nico Gori, Pietro Borri, Valentina Dolara e tanti altri.
Mentre studiavo con queste persone, ho apprezzato particolarmente che non mi venisse chiesto solamente di imparare una teoria o i principi della musica, ma che mi venisse chiesto di esprimere e condividere i miei pensieri e sentimenti su quello che realmente la musica significa per me".
Kitjia ha inoltre avuto la possibilità di esibirsi in numerose occasioni pubbliche, perché la performance all'AEF è parte integrante del programma di studi. I nostri studenti, sia musicisti, sia danzatori o anche pittori, hanno infatti la possibilità di mettersi alla prova su un vero palcoscenico insieme a veri professionisti: "durante i corsi, ci sono state offerte anche molte masterclasses e abbiamo partecipato a concerti in locali e gallerie d'arte. Ma l'occasione che ricordo maggiormente è il concerto che abbiamo fatto a Palazzo Vecchio in occasione del Welcome Day, la cerimonia che il Comune di Firenze organizza ogni anno per salutare gli studenti dei programmi americani presenti in città. E' stato emozionante suonare in uno dei palazzi più antichi della città, anzi, in uno dei simboli di Firenze nel mondo".
Ma Kitjia non ha studiato solo musica all'AEF. Ha frequentato anche un corso di Storia dell'arte e un corso di italiano, perché uno dei principi formativi della scuola è che gli studenti comprendano profondamente il contesto culturale e sociale nel quale si trovano. Firenze deve diventare un elemento vivo e vitale della loro formazione. Dice ancora Kitjia: "quando ho cominciato a pensare di studiare musica all’estero, sapevo che avrei voluto un posto dove l’intero ambiente mi motivasse e mi ispirasse, dagli insegnanti ai compagni di corso, dalla città stessa alla cultura locale e alla qualità della vita cittadina. Mi ritengo molto fortunata perché in AEF ho trovato esattamente quello che stavo cercando. In Accademia ho avuto la possibilità di studiare con professori brillanti e stringere amicizie con molte persone da tutto il mondo, con le quali sono ancora in stretto contatto.
La lingua italiana rappresenta un elemento fondante dell'esperienza. Qui all'AEF riteniamo, infatti, che una lingua sia il prodotto di un processo culturale assai complesso, che condensa ed esprime il modo di pensare di un popolo. Per questo proponiamo ai nostri studenti un approccio dinamico, in modo che la lingua diventi il mezzo per comprendere la cultura italiana e per creare ponti e connessioni tra le persone: "il ricordo più bello che ho è di una lezione con l’insegnante di italiano Giuseppe Mennelli. Era una mattinata invernale e tutti noi studenti stavamo partecipando ad un gioco per migliorare la lingua. Non ricordo di preciso cosa successe, ma improvvisamente scoppiammo tutti a ridere per cinque minuti senza sosta… eravamo tutti così uniti, così vicini… porterò quel momento sempre nel mio cuore! Credo che AEF sia molto di più di una semplice scuola: per me questo posto significa casa, energia positiva e senso di protezione.
Come si dice in Italia, GRAZIE MILLE AEF!”
Kitjia vive, studia e lavora ancora a Firenze: qui ha trovato quell’ambiente in cui coltivare la sua formazione e le sue passioni. Circondata dalla bellezza.